Bosco incantato

Nel cielo, illuminato da milioni di stelle, si stagliavano tre galassie. La folta vegetazione riluceva di riflessi cangianti. Le ninfe camminavano facendosi largo tra i fili d’erba argentati e scorgendo, all’ombra delle vigorose radici degli alberi, musetti di topolini e conigli curiosi. Nei tronchi erano incastonate piccole casupole di legno alle cui finestre si affacciavano di tanto in tanto visi gnomeschi. Sui cappelli dei funghi dormivano le farfalle mentre tra l’erba si scorgevano gli sguardi furtivi dei folletti.

Alcune ninfe si divertivano a saltellare di fiore in fiore mentre le loro gonne di petali si gonfiavano e si sgonfiavano come piccole mongolfiere. Talvolta roteavano su sè stesse vorticando in cielo. Ridevano a perdifiato e quando incontravano dei topolini zompavano sulle loro schiene e cominciavano a cavalcarli. Altre danzavano o si rotolavano sui tappeti di muschio facendo capriole e giravolte. Finalmente si sentivano a casa.

Passarono le settimane e le ninfe avevano imparato a conoscere il bosco in ogni suo angolo.

Una notte, più rigida delle altre, una ninfa delle rose dai petali blu saltellava ancora tra i fiori del bosco finchè non inciampò su un bocciolo di giglio. Per via di una folata di vento le vennero i brividi e starnutì. La ninfa si sfregò le braccia dal freddo e volò in casa a ripararsi. Il bocciolo vibrò tutto e si illuminò appena al suo interno. I giorni seguenti la ninfa dai petali blu che saltellava sui fiori si accorse che il giglio non stava sbocciando e se ne preoccupò. Chiamò a raccolta le sue sorelle che lo osservarono per capire quale strana malattia lo avesse colpito ma non ne vennero a capo. Ad un certo punto, sotto lo sguardo sbalordito delle ninfe, il bocciolo si aprì e da esso spuntò una nuova ninfa che alzava le braccia per stiracchiarsi come a risvegliarsi da un lungo sonno. La nuova ninfa si sollevò in piedi e mosse i suoi lunghi petali bianchi e morbidi. Era nata una ninfa dei gigli.

Le ninfe delle rose capirono che non era solo la polvere di fata a donare loro la vita. Cominciarono a soffiare su tutti i boccioli che incontravano nel bosco e nelle settimane seguenti l’intero bosco si popolò di milioni di ninfe.

Fu così che nacquero le ninfe dei fiori.

Le ninfe erano curiose e si infilavano dappertutto, così la Ninfa Madre – la prima ninfa ad essere nata da un bocciolo di rosa per mezzo della polvere che la maga aveva rubato alle fate – ordinò a tutte le sorelle di istruire le nuove compagne affinchè non varcassero mai la porta della Grande Quercia da cui erano giunte nel bosco incantato, che collegava i due mondi, il loro e quello della maga dalla quale erano fuggite.

Tra queste venne alla luce una piccola ninfa delle margherite, che appena sveglia si guardò intorno con occhi vispi e curiosi, accarezzò i suoi lunghi petali sottili e fece una giravolta per vederne il movimento sinuoso. Rispetto alle sue sorelle, però, i suoi petali erano più fini e radi.

Una ninfa dei girasoli, che si occupava di verificare che tutte le nuove nate fossero presenti all’appello, le chiamò a raccolta per dire loro che era giunto il momento di incontrare la Ninfa Madre per il discorso di benvenuto. Mentre la ninfa dei girasoli parlava, la piccola ninfa delle margherite si avvicinò alle sue compagne che, rispetto a lei, erano più alte e avevano petali più lunghi e più grandi. Una di queste commentò a voce alta:

“Guardate una pratolina”.

“Quanto è piccina” esclamò un’altra.

“Secondo me non ce la farà a volare con quei petali piccoli e spennacchiati” ridacchiò un’altra ancora.

La ninfa dei girasoli ordinò di fare silenzio. Con la sua ampia gonna di petali gialli vorticò in cielo e disse alle altre di seguirla. La pratolina vide le sue compagne appena nate spiccare il volo: c’era chi gonfiava le ampie gonne di petali, chi vorticava in aria, chi si lanciava dall’alto di uno stelo e fluttuava sospinta dal vento, mentre lei non riusciva a fare nulla di tutto ciò. I suoi petali radi e sottili non le consentivano di volare. Così si ingegnò e prese ad arrampicarsi fin sopra i fili d’erba per tentare di seguire le sue sorelle che, però, erano già lontane. La ninfa si perse e vagò nel bosco incantato tra l’erba alta e animaletti di ogni specie che la fissavano al suo passaggio.

Nel frattempo, le nuove ninfe erano tutte a raccolta di fronte alla Ninfa Madre che le istruiva sulle loro origini e sulla porta magica posta alla base della Grande Quercia che divideva il loro mondo da quello della maga, da non oltrepassare mai. Al termine le nuove ninfe erano libere di girare nel bosco e gioire delle sue bellezze. La ninfa dei girasoli che le aveva accompagnate si accorse, però, che tra le margherite era assente la pratolina così chiese alle sue compagne dove fosse andata, ma nessuno ricordava di averla vista dopo la nascita. Venne lanciato l’allarme e la Grande Madre ordinò a tutte le ninfe di cercare… Pratolina.


Scritto da: Consuelo Laganà

Illustrato da: Roberta Lami


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