Il mio primo LARP: il Trono Nero

Nel cuore della Bruma

È una fredda mattina di settembre quando io e i miei compagni lasciamo la città per dirigerci verso le alte montagne alpine. Giungiamo nella località di Lusernetta e ci inoltriamo nei boschi in direzione del Villaggio delle Stelle. All’ingresso incontriamo i primi abitanti di quelle terre, ciascuno vestito con gli abiti consoni al proprio ruolo: cavalieri, fabbri, duchesse, nobili, tutti in attesa di inziare. Guardiamo i nostri compagni di gioco con curiosità e anche un po’ di soggezione. Loro sono certamente esperti e noi non sappiamo nulla di quel mondo. Vestiamo ancora abiti civili ma superato il check-in ci consegnano un sacchetto con le monete di gioco e i costumi dei personaggi che andremo a interpretare.

Io: Elke da Castelbruma, scudiera del Duca Lotario e figlia dell’armigere fidato della casata dei D’Urso, morto in guerra per mano dei coronensi; Nicolò: Leonardo da Roccastrada, sacerdote della casata degli Alanera e figlio del Guerriero del Clan; Gianni: Alfonso da Corvia, sacerdote brumiano e discendente dell’antico Clan del Corvo.

Varchiamo la soglia che divide il mondo reale da quello fantastico, è la domenica del 18/09/2022 quando lasciamo le nostre vite di tutti i giorni per entrare nel mondo magico delle Terre Spezzate, un Regno medievale dominato da Re Abelardo D’Urso. Siamo a Roccaferrata, nella regione di Castelbruma, nel cuore della Bruma.

Ogni Principato si riunisce affinché i giocatori possano conoscersi. Io vengo accolta dalla mia fazione di guerrieri e cacciatori, donne e uomini coraggiosi, fieri e brutali. Partecipiamo poi a dei brevi workshop di presentazione delle regole, al termine dei quali ognuno di noi prende posizione. Io e i miei compagni partiremo dalla foresta. Inizia il gioco.

Anno 1122 – Sulla via del ritorno, al termine di una seduta di caccia in cui scortiamo il Principe Ildebrando D’Urso, veniamo sorpresi da un gruppo di creature dell’oltretomba. I miei compagni sguainano le spade per difendere il Principe e combattono valorosamente. Mi unisco alla battaglia mordendo fendenti ma uno degli scheletri mi colpisce costringendomi a indietreggiare. Siamo in minoranza e quei mostri hanno la meglio. Il Principe mi urla di correre a chiedere rinforzi e io obbedisco. Al mio grido di aiuto il popolo brumiano accorre immediatamente e il Duca Lotario D’Urso si precipita in difesa del suo amato fratello.

La battaglia si conclude e noi ci portiamo a casa la vittoria ma anche molti feriti tra cui il Principe, al quale consegno il mio foulard come bendaggio di fortuna.

Torniamo al villaggio e ci dirigiamo alla locanda per rifocillarci. Mi sento un po’ delusa perché non sono riuscita a difendere i miei compagni, quando arriva la Prima Cacciatrice, che aveva capeggiato la spedizione, e mi passa di fianco complimentandosi: “brava Elke, in battaglia servono gambe veloci” mi dice. Non avevo visto la situazione da questo punto di vista e rimango colpita dal fatto che i giocatori cercano di coinvolgermi e farmi divertire, nonostante mi senta impacciata. Entriamo in taverna, io e il sacerdote Leonardo da Roccastrada ci sediamo a uno dei tavoli davanti a un piatto di salsiccia, patate, formaggi e pane fresco. A fianco a noi delle donne del popolo dei Pitti confabulavano, mentre più lontano i nobili portano i loro ossequi al Re Abelardo D’Urso.

Nel corso della giornata mi trovo a lottare contro Malignomi delle foreste, assistere a rituali magici, alla decapitazione di un dissidente prigioniero e al ritrovamento di testi eretici del Culto della Tetrade. Accadono così tante cose che mi è impossibile seguirle tutte. Sembra di vivere in un micro-mondo con i suoi usi e costumi. Questo rende l’esperienza ancora più intrigante ma allo stesso tempo complessa. Io e mie compagni abbiamo difficoltà a immergerci del tutto. Forse come prima esperienza scegliere una campagna continuativa non è l’ideale per dei neofiti, ma dopotutto in queste cose bisogna anche sapersi lanciare senza troppi pensieri.

Al calar del sole tutti i popoli si riuniscono nei pressi di un’ampia radura ai piedi della montagna per assistere alle nozze del Duca Clodoveo Orsieri. I festeggiamenti avvengono attorno ad un grande falò in cui vengono bruciati i testi della Tetrade, per ricordare a tutti che è l’Antico Culto la religione ufficiale del Regno. La gente esulta per la conquista e tra i festeggiamenti per la nuova unione si leva dalla terra un fumo magico che ci avvolge tutti.

Il gioco termina e il sole svanisce dietro le montagne, portando con sè gli abitanti delle Terre Spezzate e tutto il loro mondo. Torniamo a vestire i nostri panni, sebbene con ancora indosso dei costumi medievali. Ridiamo e scherziamo di ciò che è avvenuto nel corso della giornata, parlando con quelli che sono stati i nostri compagni di avventura e che adesso si sono trasformati in nuovi amici.

Torno così alla mia vita di tutti i giorni, portando con me l’esperienza di duelli con le spade e avventure cavalleresche che fino a quel momento potevo solo leggere sui libri o vedere nelle serie tv, ma che oggi ho vissuto sulla mia pelle.

Il giorno seguente vado al lavoro tornando alla routine cittadina. Per le strade sciama il traffico della giungla urbana. I passanti al semaforo si affrettano ad attraversare le strisce pedonali prima che scatti il rosso. Guardo quei volti e, per un attimo, mi sembra di vedere quelli dei miei compagni, tornati anche loro alle loro vite, chi a Milano, chi a Brescia, chi a Modena o chissà dove. E me la vedo la Prima Cacciatrice attraversare la strada per non tardare al lavoro, o il Principe che sbriga scartoffie in ufficio, o il Duca che si infervora con un collega, o la Duchessa che partecipa ad un briefing. Io, Elke da Castelbruma, sarei stata al banco prestiti in biblioteca e al posto della spada avrei brandito dei libri. È straniante pensare che fino al giorno prima combattevo nella foresta con loro, contro creature dell’oltretomba e gnomi malvagi. Ma dopotutto quei mostri abitano pure le città, sebbene con altre sembianze e magari travestiti da persone per bene, con la differenza che loro non si possono combattere con spade o incantesimi.

Quest’esperienza mi è certamente rimasta impressa e nei giorni successivi la mia mente tornava a quell’evento, vagando con la fantasia ancora tra quei luoghi e quella gente. Non so se questo sia l’effetto tipico di un gioco di ruolo dal vivo, ma non posso nascondere il fatto che sono qui a vivere nella fremente attesa di una nuova avventura, magari tornando a vestire i panni di una guerriera brumiana.

Elke da Castelbruma


Autrice: Consuelo Laganà

Foto di: Irene D.M. Ritorto

LARP organizzato da: Terre Spezzate

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2 comments

  1. Esperienza molto particolare. Credo che, nella vita frenetica di tutti i giorni, sia quasi terapeutico immergersi in un’altra dimensione, vestire altri panni, vivere altre vite. E per te, che come me ami mettere per iscritto le emozioni, queste esperienze ti serviranno per trovare spunti e idee. Alla prossima avventura quindi.

    • Sì, credo che sia un’esperienza interessante perché ti pone nella condizione di sperimentare la realtà da punti di vista differenti, mettendoti alla prova con te stesso e con gli altri. Questo lo trovo molto arricchente. Mi fa molto piacere che tu abbia voluto condividere il tuo pensiero. Alla prossima avventura!

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